SCRIVERE LE NOTE
Per indicare con precisione l'altezza dei suoni si ricorre a un insieme di cinque linee: lo si chiama PENTAGRAMMA (pente: cinque; gramma: linea) o più semplicemente rigo musicale.
I segni che indicano i suoni si scrivono sia sulle diverse linee, sia negli spazi fra una linea e l'altra. Basta inserire nel rigo le figure di durata per ottenere una scrittura musicale completa: in questo modo ogni suono è indicato nella sua esatta altezza e durata. La figura collocata nel pentagramma prende il nome di nota musicale.
Con cinque linee si possono trascrivere undici note:
SOPRALINEE E SOTTOLINEE
E quando occorre indicare suoni più acuti o più grani di questi undici, come fare? E' molto semplice: si traccerà di volta in volta, sopra oppure sotto il pentagramma, appena quel pezzettino di linea che basti per scriverci tali suoni. le linee tracciate sopra il pentagramma si chiamano sopralinee; quelle tracciate sotto il pentagramma si chiamano sottolinee.
I NOMI DELLE NOTE
A ogni suono possiamo dare un nome, come a qualsiasi altra cosa. Fu GUIDO D'AREZZO, un monaco benedettino vissuto nell'undicesimo secolo , a "battezzare" i suoni musicali con le sillabe che so usano ancora oggi in Italia e nei paesi latini: Do Re Mi Fa Sol La. Il nome si fu aggiunto tardi.
Un altro antico sistema, che continua nei paesi non latini, indica i suoni con le lettere dell'alfabeto. Per esempio, i suoni che noi chiamiamo SOL ( e che si trascriviamo sulla seconda linea del pentagramma), gli inglesi, i tedeschi, gli ungheresi, e così via lo chiamano G. Un tempo all'inizio del pentagramma, sopra la secondo linea si usava scrivere appunto una G. Con il passare del tempo, questa G di scrisse in forma sempre più bizzarra. Ai nostri giorni, quell'antica G si scrive così:
Si chiama chiave di violino oppure chiave di Sol. Viene posta all'inizio di ogni pentagramma, e indica che il suono della seconda linea è una G, cioè un Sol.